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Da Volterra 73 alla Fattoria di Celle

Mappa non disponibile

Data / Ora
Date(s) - 27/10/2023 - 28/10/2023
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Origini vocazioni e prospettive paesaggistico ambientali dell’arte contemporanea

 

 

 

 

Il progetto, nato dall’idea di Anna Mazzanti e Manuela Crescentini per festeggiare il 50° anniversario di “Volterra 73” (manifestazione organizzata da Crispolti che avrebbe compiuto quest’anno 90 anni e Mino Trafeli), nonché il 40° dell’apertura al pubblico della Collezione voluta da Giuliano Gori alla Fattoria di Celle, è stato subito condiviso dallo stesso Gori e dalla sua famiglia, dall’Archivio Biblioteca Enrico Crispolti e gode della ospitalità e della collaborazione scientifica della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana – Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Abbiamo quindi avviato assieme un lavoro di approfondimento delle esperienze pregresse, dei lasciti culturali, delle pratiche, delle teorie critiche e delle molteplici prassi di cui la Toscana è custode.

Come è noto, la Toscana presenta una particolare concentrazione di opere, collezioni, interventi urbani ed extra urbani che ne rendono forse la regione italiana più connotata dall’arte outdoor contemporanea. È da tenere presente che questo territorio ha maturato la sua vocazione e tale primato proprio grazie agli eventi
trascorsi e qui focalizzati, come l’emblematica esperienza di “Volterra 73”, esposizione partecipativa che ebbe luogo attraverso la città, e l’esempio generoso di un collezionista sui generis e mecenate come Gori che dal 1970 ha avviato il progetto di arte ambientale della Fattoria di Celle, tutt’oggi in divenire.Da un lato, il convegno intende evidenziare come “Volterra ’73” abbia rappresentato uno degli eventi pubblici precursori della moderna Arte ambientale urbana che portò a un cambiamento dei rapporti fino ad allora intercorsi fra ambiente inteso in senso lato e ambiente inteso “come sociale”. In quel contesto operativo,
una sezione del progetto veniva dedicata, ad esempio, a “Sculture, ambientazioni e visualizzazioni, progettazione per l’alabastro” e mirava, in modo specifico, allo studio del rapporto tra pratica artistica, spazio urbano ed economia locale, portando ad un avanzamento del concetto di “Arte ambientale” basato ora sul
confronto tra opere d’arte, città, sfera sociale ed economica. Vi parteciparono numerosi artisti tra i quali: Mauro Staccioli, Hidetoshi Nagasawa, Francesco Somaini, Jorge Piqueras, Nicola Carrino, Fabrizio Plessi, Franco Mazzucchelli, Ugo Nespolo, ecc. Il dibattito proseguì poi nel Padiglione Italia alla Biennale di Venezia,
nel 1976, dedicato non a caso al tema “Ambiente come sociale”. Quell’esperienza è rimasta, quale esperimento laboratorio, ancora oggi fonte d’ispirazione per iniziative pubbliche e socialmente partecipate, oltre a rappresentare uno dei principali modi d’intervento urbano, tanto da essere di riferimento per critici e
storici dell’arte che si adoperano in questa sfera.

Dall’altro lato, il convegno segnala come, pochi anni prima di Volterra, nella primavera del 1970, Giuliano Gori decideva di trasferire la propria collezione di opere d’arte nell’attuale sede della Fattoria di Celle (Santomato di Pistoia). Da quel momento è iniziato un complesso e ambizioso programma di arte paesaggistico-ambientale che rimetteva al centro il rapporto artista-committenza privata. Qualche anno dopo, nel 1982, Gori inaugurava le prime diciotto opere, di cui dieci nel grande parco, realizzate da artisti nazionali e internazionali. Nasceva qui una nuova pratica operativa che ha costituito un fondamentale contributo all’evoluzione del concetto di arte ambientale nell’ottica di una coerente dialettica col territorio sia esso naturale sia urbano. Infatti, fin dall’inizio Gori non si è limitato a invitare artisti per operare nella sua proprietà ma si è proposto come “operatore culturale” nel territorio compreso fra Firenze, Prato, Pistoia e Carrara con il progetto del Parco della Padula.

Molto accomuna i due ideatori Crispolti e Gori: tempra, coerenza visionaria, apertura mentale verso un progetto nel quale fermamente si crede perché contiene messaggi precisi che leggono il presente e annunciano il futuro. Affinità che si manifestano, ad esempio, nell’attenzione al decentramento, all’interdisciplinarità, alla condivisione del progetto artistico per quanto riguarda le scelte operative, il rapporto fra critico/curatore, la collettività e il pubblico, altrettanto che il rapporto fra collezionista/mecenate collettività e pubblico. Affinità espresse evidentemente da ambiti d’azione tanto diversi quanto complementari e necessari allo sviluppo della “vocazione ambientale” della Regione Toscana. Affinità costruttive in un contesto culturale che ha fatto in qualche modo da apripista alle successive iniziative
ambientali dei parchi d’artista, come il Giardino dei Tarocchi ideato da Niki de Saint Phalle nel 1979, nei pressi di Capalbio, e il Giardino di Daniel Spoerri, non lontano da Seggiano, avviato ad inizio anni Novanta.
Crediamo quindi che riflettere oggi sui nodi significanti che emergono da tali esperienze e sui processi più utili da adottare per armonizzare committenza pubblica e committenza privata sia una azione necessaria. A tale scopo, il convegno, all’interno delle due giornate di lavoro, ha programmato un ampio spazio da dedicare
al dibattito e alla discussione.

Consapevoli dell’attualità e del rilievo di tali tematiche a livello nazionale e internazionale, siamo lieti di proporre questa iniziativa in Toscana, nei luoghi da dove è partita cinquant’anni fa la riflessione. Ovvero dove si trova la Collezione Gori, che sarà visitabile dai convegnisti e dove si è svolta l’attività teorica e critica di Crispolti dopo “Volterra 73”, in particolare con le attività di studio e ricerca promosse attraverso la Scuola di Specializzazione dell’Università di Siena che Crispolti ha diretto fino al 2003. Scuola di Specializzazione che ha contribuito a formare un sostanzioso numero di studiosi, curatori e direttori di museo sensibili al metodo di lavoro proposto dallo studioso e al tema dell’arte ambientale paesaggistica. Non a caso, proprio a Crispolti e ai suoi ricercatori fu affidata la prima mappatura dell’arte contemporanea in Toscana, nel 1996, e già allora il Centro Pecci fu individuato dalla Regione come istituzione pubblica museale di coordinamento del progetto.
Dalla scuola di Crispolti derivano dunque i primi censimenti e volumi ricognitivi: si pensi a Sentieri nell’arte (2007), iniziativa a cui parteciparono con proprie riflessioni anche Bruno Corà, allora direttore del Centro Pecci, e l’architetto Gianni Pettena.

Allo stesso modo il collezionismo illuminato di Gori, divenuto nel tempo modello di committenza anche per lo spazio pubblico, testimonia della responsabilità del privato nei confronti del bene comune. Gli spazi d’arte a Celle hanno fin dal 1982 aperto le porte alle scuole d’arte, di architettura, di design, a programmi di stage
nonché a collaborazioni col CNR, il Politecnico di Torino e l’Opificio delle Pietre Dure per gli studi sulla conservazione. Una apertura che ha contribuito a diffondere un modus operandi prezioso per l’intera comunità in particolare per le ricadute culturali ed economiche sul territorio.
Prato dagli anni Settanta ha individuato nella presenza di opere d’arte contemporanea nei propri spazi pubblici un importante elemento di riconoscibilità della sua vocazione volta alla sperimentazione e al futuro.

Questa prospettiva è stata ulteriormente rafforzata dall’apertura del Centro Pecci nel 1988, frutto della sinergia tra imprese e Comune, alla quale anche Giuliano Gori ha dato il suo contributo. La commissione di opere negli spazi intorno al museo testimonia da subito l’intenzione di promuovere ulteriormente questa visione osmotica con l’ambiente urbano. Ospitare nelle sale del Centro Pecci il convegno nel pomeriggio del 28 ottobre è un’importante occasione per sottolineare ulteriormente il ruolo che Prato e la FACT svolgono nel sostegno alla ricerca e alla promozione delle tematiche che riguardano il contemporaneo in Toscana:
“Volterra ’73” e la Fattoria di Celle sono stati determinanti per l’impulso dato alla presenza in Regione dell’arte ambientale.

Nei due giorni di lavoro previsti, il convegno ha in programma l’intervento di relatori di varie generazioni e attitudini, la proiezione di documenti storici, oltre a momenti di dibattito aperto alla partecipazione interdisciplinare e alla raccolta di nuovi documenti relativi al tema trattato. Un importante momento di formazione per le nuove generazioni avverrà la mattina del 28 ottobre con la visita alla Collezione Gori riservata a studenti degli atenei toscani con incontro finale con Giuliano Gori.
La pubblicazione del volume che conterrà gli Atti e i contributi richiesti, è prevista in italiano/inglese e sarà affidata a un editore scientificamente accreditato. Il contenuto renderà conto della pluralità del dibattito sollevato anche attraverso la promozione di una call for paper aperta a giovani artisti e ricercatori e al contributo delle università presenti sul territorio.