STORIA DI SARA
Data / Ora
Date(s) - 24/07/2019
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Luogo
Terme romane di Vallebona
Categorie
Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra
Questo “Storia di Sara” arriva a quasi vent’anni di distanza da “Matilde” di Riccardo Cardellicchio, quella che un grande critico come Nico Garrone ebbe ad applaudire, dicendone tutto il bene possibile, anche del mio modo di interpretare il personaggio, un modo che, come diceva il critico non era “avanguardistico”, “fine a se stesso”, frutto di una scelta di regia “furba o semplicemente provocatoria”. Tra l’altro “Matilde”, replicato molte volte, in varie parti d’Italia, ebbe la fortuna di piacere soprattutto alle donne, che apprezzavano la nudità del personaggio, proprio a partire dalla loro esperienza personale, di donne appunto. Da quel lavoro, condiviso allora sia come regia che come drammaturgia, con Andrea Mancini, è nato adesso questa “Storia di Sara”, un impegno ancora autobiografico, che racconta la decadenza naturale del corpo dell’attrice, cioè del mio di corpo, anche stavolta senza scandalo, guardando al passare degli anni e al rapporto con il proprio partner. “Storia di Sara” parla anche della Sara di Abramo, una donna che a novantacinque anni, dopo quella che viene chiamata la “pace dei sensi”, torna ad essere oggetto di interesse. Il suo uomo – su invito di Dio – vuole un figlio da lei, Isacco, il “sorriso di Dio”. Lei cerca di reagire, ma è anche attratta, da questo sogno-bisogno. Un tira e molla insomma, che speriamo possa di nuovo prendere il pubblico, e che è stato scritto pensando almeno a due dei più grandi poeti del Novecento: Giovanni Testori, con i suoi testi straordinari, in particolare “Erodiade”, ammirata nella stupenda e carnale interpretazione di una indimenticata Adriana Innocenti (moglie di Piero Nuti, che l’anno scorso è stato applauditissimo sul palcoscenico del Teatro Romano); e insieme a Testori, il premio Nobel José Saramago, con il “Vangelo secondo Gesù” e soprattutto lo stupendo “Caino”, uno dei suoi ultimi romanzi, ambedue storie dove l’uomo si trova, proprio con la sua umanità, a contendere con l’immensità di un Dio capriccioso, poco incline alla comprensione. Alla spettacolo hanno in vario modo collaborato Francesco Mugnari, Simone Migliorini, Andrea Mancini, li ringrazio, spero di non averli delusi.